E’ lecito copiare?
La risposta immediata é no.
Ne siamo certi?.
Siamo certi che essere per forza originali sia meglio che fare delle belle copie?
Siamo certi che, ad esempio, innestare nelle nostre cittá edifici che sono un omaggio all’ego artistico delle archi star sia la soluzione migliore per renderle belle e funzionali ?
E se Palladio non si fosse ispirato ai classici (per non dire, se non avesse copiato) ?
E se il Castello Sforzesco di Milano non fosse stato riprodotto cosí come pareva che fosse?
E se la Scala di Milano fosse stata ricostruita con un estetica post guerra e non riproducendo il vecchio teatro settecentesco?
Forse anche le copie anche il loro valore. Quello di approfondire, sedimentare, di diffondere un’idea, una proposta, un’estetica, una visione, anche senza scomodare Aristotele e il rapporto traarte e imitazione.
In fondo su questo si basa il concetto di “moda” che riconduce anche a un altro grande tema che é quello dell’appartenere, del far parte, del riconoscersi.
La copia diventa volgare e brutta quando innanzitutto non riconosce di essere una copia, quando spezza la tradizione e il contesto per replicare pedissequamente un modello innovativo senza conoscerlo, quando si emulano compartamenti o estetiche per cercare di far parte di un di un gruppo.
Tutti i foodblogger sono stati folgorati dall’estetica di Donna Hay, di Jamie Oliver, di Cannelle et Vanille, di 101 cook books e di tanti altri che hanno cambiato la visione del cibo.
E tutti copiamo, piú o meno.
E’ un male? Relativo.
Una bella copia fatta con amore rispetto e, soprattutto, soprattutto con alle spalle una cultura del cibo, della ricetta, degli ingredienti é meglio di estetiche innovazioni con ricette sciatte o pretenziose.
Perché sempre di cibo alla fine si parla, e guarda caso i migiori libri di cucina che ho letto e usato non hanno uno foto…
Torniamo al cibo. Questa é la prima pizza del blog.
Non certo la mia prima pizza senza glutine, dato che proprio con la pizza ho cominciato a sperimentare la cucina senza glutine, con farine naturali e con quelle dietoterapeutiche, ma per motivi vari non sono mai riuscita a fotografarla. Ovvero il motivo vero é che in genere me la mangio tutta, poiché, a parte le prime, finite direttamente nella pattumiera, poi, con il tempo, sono riuscita a ottenere pizze accettabili.
Questa volta ho fatto la pizza quasi esclusivamente per fotografarla e per partecipare al contest di Stefania di Profumi e sapori e Piero di I pasticci dello zio Piero, ma come sempre tra il dire e il fare, sono arrivata a oggi ossia 2 dico 2 giorni dopo la chiusura del contest, ma vi raccomando di andare a vedere i loro blog e tuttte le ricette che sono state “foto copiate” ossia che hanno volutamente replicato un modello.
L’obiettivo era misurare la bravura in campo fotografico ma questo esercizio di copia secondo me svela molto di piú.
Nel mio caso ho copiato l’immagine della pizza che si trova nel libro di Delphine de Montalier, con fotografie di David Japy: Torte dolci e salate , di Guido Tommasi Editore.
Come vedete é uguale ma non troppo, e non perché io volessi essere particolarmente creativa..
La ricetta é la seguente:
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Ingredienti (per due pizze medie)
300 g di farina senza glutine (io ho usato SCHAR MIX B)
1 busta di lievito secco (è nello stesso pacchetto di farina)
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di olio d’oliva
250 ml di acqua calda (37 gradi)
Sciogliere il lievito in 200 ml di acqua, lasciare che schiumi. Non usare tutta l’acqua, solo 200 ml.
Mettere in una ciotola la farina da un lato mettere il sale e lo zucchero dall’altro lato. Il sale non deve venire a contatto diretto con il lievito.
Fare un buco al centro della farina e versate il lievito. Unire poco alla volta la farina con l’acqua e il lievito, sempre assicurandosi che il sale non entri in contatto diretto con il lievito.
Mescolare tutti gli ingredienti prima con una spatola e poi a mano stringendo l’impasto, pizzicandolo.
Aggiungere gradualmente l’acqua rimasta. Deve essere un impasto molto umido quasi appiccicoso, e non preoccupatevi se sembra troppo bagnato, continuare a impastare, la farina assorbirá quasi tutto il liquido.
Formare un panetto e lasciare lievitare coperto con pellicola trasparente. Deve raddoppiare il volume.
Stendere la pasta lievitata con un matterello infarinato su un ripiano anch’esso infarinato.
Se la pasta è troppo unida stenderla direttamente sulla carta forno.
Con questa ricetta ha ottenuto una pasta molto sottile e croccante.
La pasta può essere preparata in anticipo: far lievitare per 15/20 minuti e poi metterla in frigorifero dove si rallenta la fermentazione. Ad esempio, impasto la pizza il mezzogiorno di domenica, la lascio lievitare fino a quasi raddoppiare il volume e poi metto la pasta in frigorifero coperta e all’ora di cena la stendo e la cuocio.
È anche possibile congelare la pasta lievitata o stesa e avvolta nella pasta forno. Per utilizzare l’impasto congelato si toglie dal frigorifero 5/6 ore prima dell’uso.
Per la cottura: Stendere la pasta e ungerla con olio d’oliva e mettere la pizza su una teglia nel forno preriscaldato al massimo direttamente sul pavimento dello stesso per circa 8/10 minuti. Ciò permette di formare un base croccante.
Togliere dal forno condire con salsa di pomodoro, mozzarella o quello che si vuole …e adesso ci si sbizzarrisce …
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