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di Simonetta Nepi- Glu-fri
Quando ho pensato alla colazione argentina si pensa subito a qualcosa di veloce, un caffè latte un toast e via.
Poi ci ho riflettuto bene e le cose non stanno proprio così, perché la mattina in questo grande paese inizia con un rito particolare: la preparazione del mate.
In tantissime famiglie la prima cosa che si preparara la mattina è l’acqua per il mate, che si sorseggia poco a poco, a volte accompagnato da medias lunas, croissant, dolci o salati, oppure solo, prima della colazione vera e propia, ossia del caffè latte con la “tostada” , del toast con burro e marmellata o, ancora una volta, media lunas di vario tipo.
Che cosa è il mate? È la bevanda nazionale argentina e uruguaina, l’infuso della yerba mate, pianta spontanea della selva guaraní, ossia della zona a Nord dell’Argentina, sud del Brasile e Paraguay, dove si trovano anche quella meraviglia della cascate di Iguazú. Era bevuto dagli indios ed è stato adottato dai colonizzatori spagnoli, dopo un periodo di diffidenza, tanto che la coltivazione è stata sviluppata dai gesuiti che hanno “addomesticato” la pianta.
Quando i gesuiti furono espulsi da quei territori nel 1770 le piantagioni e i segreti della coltivazione andarono persi e rimase solo la produzione data dalla crescita spontanea, solo alla fine del XIX secolo, grazie all’interesse di botanici e paessaggisti , si recupera la tecnica di germinazione delle piante.
Come sempre dietro le abitudini alimentari c’e una lunga storia, e come spesso accade nelle questioni non solo di fede, ma anche culturali che hanno ha che vedere con l’Europa, dietro ci sono i gesuiti e il filo rosso della storia del mate arriva oggi sino a Roma con Francesco, gesuita, che come ogni buon argentino, beve mate.
Francesco con la Presidente Cristina Kircher con il regalo ufficiale dello Stato Argentino al nuovo papa: un mate
La parola mate in realtà e data da quella piccola zucca che lo contiene, anche questa spontanea della selva: la Lagenaria vulgaris. La zucca viene svuotata e fatta seccare.
Per fare il mate si riempe la zucchetta con la yerba sino a 3/4, si copre l’apertura con la mano e si rovescia per far cadere il pulviscolo della yerba, poi si versa ‘acqua a scaldata a 80 gradi sino a che copra leggermente la yerba e poi si sorbisce con una speciale cannuccia filtro che si chiama bombilla infilata a 45 gradi dentro la yerba.
Man mano che l’acqua si consuma, se ne versa altra (si dice cebar el mate). La yerba si può zuccherare e automatizzare con scorze d’arancia, limone o menta.
Gli ammennicoli per preparare il mate sono importantissimi.
Il bollitore, detto pava (traduzione letterale: tacchina, data la forma tonda in basso e sottile in alto) deve avere un beccuccio sottile per versare con precisione l’acqua nel contenitore. Adesso quasi tutti versano l’acqua nel thermos che si mantiene a temperatura corretta per varie ore. Il mate è così diffuso nelle case argentine che le grandi multinazionali di elettrodomestici hanno introdotto bollitori elettrici che si possono programmare a temperatura mate.
Il mate vero e proprio debe essere “curado” se è fatto di zucca, servendo vari infusi e buttandoli via. Attualmente ci sono mate di tutti i tipi, foggie e materiali, persino di silicone e di design.
La bombilla, la cannucchia con il filtro, in genere è di metallo ed è fatta in modo tale da non condurre calore sulle labbra e ha una base tondeggiante con filtro.
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