Anche nelle Marche si fanno le castagnole, ma essendo l’unica regione che si declina al plurale e in cui l’accento passa dal quasi romagnolo al quasi abbruzzese, passando per il quasi umbro, in ogni zonasono un po’ diverse.
Nell’entroterra maceratese queste frittele si chiamano anche stroccafusi , volte a sono colorate con l’alchermes che i marchigiani amavano appassionatamente: non c’era dolce fatto dalle mie nonne o nelle varie pasticceria in cui non ci fosse un tocco rosso.
Gli stroccafusi si preparano con un impasto di farina e uova molto morbido che è prima bollito per pochi minuti e poi fritto.
In altre zone, nell’area per lo più anconetana, si montano gli albumi e si integrano all’impasto per avere castagnole soffici e morbide.
Ci sono anche ricette per prepararle al forno e poi vengono immergono in un caramello leggero o in miele.
Le ricette sono praticamente infinite, quasi una per famiglia, ma la caratteristica comune è l’impasto morbidissimo profumato di agrumi e di anice, quest’ultimo dato dal Mistrà, il liquore tipico della zona, parente lontano dei liquori provenzali e dell’ouzo greco.
La versione più tradizionale che richiede lo strutto per friggere, molti adesso friggono con olio di semi (arachidi o girasole), ma non lo dite in giro…
La ricetta di queste frittelline però non è qui, l’ho portata in una riunione virtuale con Fabiana di Fabipasticcio che è arrivata con delle frittole veneziane e, soprattutto, con tutte le Petronille del Casato Filo della Rosa!
Quindi per sapere ingredienti e procedimento dovete andare a trovare le Petronille, e scoprirete anche un progetto bellissimo, che vi consiglio di leggere qui..
E siccome è venerdì, stiamo festeggiando il carnevale, ma anche il#GFFD, e le Petronille che gli hanno dedicato un post, che potete leggere nel loro blog.
3 Comments
Ehi non ci vorrai mica viziare con tutte queste ricette in così pochi giorni!!? Grande simo 😉
Grazie, Simonetta! Un abbraccio grandissimo!
Grazie a voi!