Un piatto fuori stagione da queste parti nel Cono Sur, ma quando l’MTC chiama con il gelato in inverno e lo spezzatino in estate si risponde.
E questa volta per rispondere chiamo in causa una persona che ha venduto piú di 3 milioni di copie del suo libro di cucina, dicono quanto o piú della Bibbia da queste parti, con 102 edizioni e traduzione in 8 lingue.
E’ considerata la mestra di cucina di generazioni di argentini: E’ doña Petrona C. de Gandulfo.
Tutto inizia nel ’30, quando quando Petrona si trasferisce a Buenos Aires da Santiago del Estero e si trova nelle condizioni di dover mantenere se stessa e il marito malato.
La novitá assoluta e in quegli anni é la cucina a gas, la Compañia primitiva de gas assume Petrona, insieme ad altre 20 ragazze, per dimostrare alle signore della classe abbiente, accompagnate dal personale di servizio, che queste cucine sono piú sicure, pulite ed efficienti di quelle a carbone. La campagna di informazione si concerta con la rivista El Hogar ed é aggressiva e massiccia.
Petrona con questo lavoro si rende conto che le signore non avevano nessuna formazione gastronomica e le alternative culinarie erano solo due o tre piatti a base di carne, cosí Petrona, oltre a dimostrare come funziona questo apparecchio futurista, insegna a cucinare, memore degli insegnamenti materni, e in poco diventa una stella.
Nel 1933, a 37 anni, scrive e auto pubblica “Il libro di Doña Petrona” che diventa un best seller che con varie aggiunte si pubblica fino ad oggi: l’edizione 102 é del 2011.
Negli anni ’40 Petrona propone alla Compagnia di sponsorizzare e produrre un programma alla radio per fare una scuola di cucina.
Anche in questo caso il successo é immediato e Doña Petrona resta “on air” per 25 anni.
E’ lei la referente della cucina argentina che negli anni crea un piccolo impero: gestisce la sezione cucina della rivista el Hogar (ci scriveva anche Borges), dà conferenze e fa dimostrazioni, Nel 1952 con l’avvento della televisione arriva il passaggio obbligato al piccolo schermo e la doña diventa mito.
E’ e rimane un mito argentino, fa parte del dna cultuale di questo paese, in ogni casa c´é il suo libro, anche se non viene utilzzato, Il libro era il tipico regalo per le giovani spose e novelle padrone di casa.
Petrona aveva uno stile di comunicazione secco, un look da casalinga di classe media-alta, la sua cucina prevedeva strrumenti e ingredienti comuni e aveva un’aiutante, Juanita, che era assolutamente sileziosa.
Si definiva “economa”, non chef, non cuoca, penso che se fosse viva stramazzerebbe al termine food writer o celebrity chef. Non era mai stata in Europa, e solo due mesi negli USA, “piú moderni”.
Ovviamente nelle sue ricette non era condiderato il prezzo, il colesterolo, la glicemia e altri acciacchi dati dall’ingestioni massicce di grassi vari, solo in un momento cedette alle inquietudini salutistiche pubblicando un libro con un dietologo e pubblicò un libro con i piatti economici (viste anche le ricorrenti crisi economiche argentine).
Comunque con la sua dieta ipercalorica, lei é morta nel 1992 a 95 anni, beveva la mattina e la sera un bicchiere di whisky on the rocks e ha fumato sino gli 87 anni.
Ha lasciato in ereditá il suo libro che é un volumazzo di 800 pagine, che, oltre a 3000 ricette, contiene consigli su come gestire la dispensa, apparecchiare, e che menú preparare nelle varie circostanze.
La sua attivitá di formazione viene continuata dalla Asociación Argentina de Ecónomas y Gastrónomas che offre corsi pensati soprattutto per le padrone di casa, amateaur e econome.
Curioso tutto ció per una persona che in un’intervista dice che non aveva assolutamente intenzione di cucinare e che la motivazione é sempre stata l'’indipendenza economica.
E questa é in breve la storia della Julia Child argentina.
Dal suo libro ho preso un altro classico della cucina argentina, la carbonada criolla.
Antica parente della carbonade belga, é uno spezzatino di carne che si cucinava lentnamente in una pentola sul fuoco sino a che questo si carbonizzava. La carne si mescola alle verdure tipiche della cucina criolla argentina, il mais, la patata, la zucca e la patata dolce. L’aggiunta agrodolce é data dall’albicocca.
Se volete fare anche una porca figura la potete servire nella zucca precendemente cotta al forno.
[print_this]Ingredienti:
- 1/2 tazza di olio (io ne ho usati due cucchiai)
- 1 cipolla grande tagliata in grossi pezzi
- 2 spicchi d’aglio tritati
- 1 kg di carne tipo roastbeef (non deve essere una carne pregiata) tagliata a dadini
- 1 scatola di pelati
- un mazzetto guarnito con prezzemolo, alloro e origano
- 150 gr di burro (ne ho usati 50 gr)
- 1 carota tagliata a rondelle
- 1 lit di acqua o brodo vegetale
- sale e pepe
- una patata dolce tagliata a pezzi
- 1/2 zucca piccola tagliata a pezzi
- 4 patate tagliate a pezzi
- 3 pannocchie di mais sgranato (o tagliato a rondelle)
- 200 gr di piselli (non li ho messi)
- 400 gr di riso (non l0 ho messo)
- 1 scatola di albicocche sciroppate (ho usato una decina di albicocche secche idratate)
- sale e pepe
Avete bisogno di:
- Un casseruola capace per cucinare lentamente la carne
Procedimento
Dorare la cipolla e l’aglio con l’olio.
Aggiungere la carne e rosolarla a fuoco forte.
Unire i pelati tritati, il mazzetto aromatico e condire con sale e pepe.
Cuocere per qualche minuto e aggiungere il burro, la carota e l’acqua. Coprire e lasciare cuocere a fuoco lento sino a che la carne sia abbastanza morbida (circa un’ora).
Aggiungere la patata dolce, le patate e la zucca tagliate a pezzi e continuare la cottura sino a che sia cotte ma consistenti.
Unire i grani di mais (e, se volete, il riso e i piselli che io ho omesso).
Aggiungere un po’ d’acqua, se necessario, e continuare la cottura per altri 20 minuti (o se avete messo il riso, sino a quando il riso é cotto). Dieci minuti prima unire le albicocche.
Controllare la cottura, se é necessario aggiungere altra acqua, deve essere un sugo non eccessivamente denso, ideale per inzuppare il pane.
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Secondo me ci voleva un bel pane spugnoso, con tanta mollica per raccogliere il sughetto e quindi ho fatto una pagnotta rotonda con la biga.
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E questa é la mia partecipazione all”MTC di questo mese proposto da La cucina spontanea.
1 Comment
Mí hai fatto piangere…anche a casa avevamo il libro di Doña Petrona. Alle mié figlie ogni tanto quando mí aiutano a cucinare gli dico “Juanita” e non sapevo perché. Adesso ho capito, tradizione famigliare.