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Torta perezosa para aterrizar suavemente

11 Agosto 2011
Escena de un avión.
Todos listos.
Después de una aburrida espera donde hasta el mas convencido no global se agarra a unas compras compulsivas en el duty free pues mientras tanto su rica vida interior se agotó y no queda mas remedio que anularse en un consumo salvaje de perfumes y chocolate, empieza el embarque.
Primeros los niños, bien. Como decía el general Peron: “los únicos ´privilegiados son lo niños”, esta es la frase que el arquitecto de mi vida me dice a cada embarque, y siempre recibimos una inquisitivas ojeada de los argentinos en la cola.
Pero el problema es que  se ha vuelto a descubrir los placeres de la procreación y cada familia, cada persona, cada grupo tiene por lo menos un niño.
En un supremo acto de civilización los pasajeros se organizan: los bebes primeros, y así adelante por edades. Mas o menos.
Nos incrustamos en los estrechos asientos de la clase turística donde hasta yo con mi metro y 58 cm de gran altura estoy estrecha. 
Una pareja a mi lado, con nene casi bebé por supuesto. Y un solo lugar. La mamá, gordita, parece nerviosa, saluda a su flaca pareja, agarra el nene y se va. Adelante. Y adelante está la business class, la mítica business class !! El papá queda solo en turística.
Despegamos. empieza el largo viaje de norte a sur, de verano al invierno. Aparece de vuelta la mama que dice la marido: gordo, ten el nene  que se está portando muy mal y vuelve Adelante. 
Quedan el nene y el marido que duermen abrazados en el asiento de turística. 
Llega la comida. 
No logro entender lo que hay en el plato, los sabores son plásticos, me recuerdo el lema: si lo dudas no lo comas. Parece que el lema se ha difuso a todo el mundo. Nadie comió nada.
Sobre la situacion de otra necesidades fisica basica, mejor no hablar de ciertas cosas…
Vuelve la mamá desde Adelante. El fraterno abrazo impulsado por el escaso lugar que hay entre los asiento de Atrás me impide de evitar de escuchar la conversacion: Gordo, es buenísimo nos dieron champagne al despegue, comimos carré de cerdo con salsa de ciruela con tempranillo de 2008. Ah y los asientos se hacen cama, son muy cómodos, también nos dieron un necessaire con productos cosmeticos de marca.
Gordo calla y acuna la nena.
Me queda una duda ¿las otras mujeres, donde nos equivocamos? ¿ Nos equivocamos?

LLegar despues de 13 horas de vuelo en la clase de Atras implica que se necesita algo reconfortante, posiblemente dulce, pero la gana de cocinar se quedó en el cielo atlantico. Entonces busqué la mas simple torta del mundo. La receta la he encontrada a aqui con pequeñas modificaciones.
Es una torta sin gluten así uno no se vuelve loco buscando harina sin gluten recien aterizados.

Ingredientes:
  • 3 huevos,
  • 300 g de ricotta 
  • ralladura y jugo de 1 limón
  • 80  g de azucar mas un poco para el molde
  • 1 pizca de sal

Precalentar el horno a 170 grados
Separar las yemas de las claras.
En un bol batir las yemas con la ralladura de limón y el azúcar hasta que sea bien espumoso y claro.
Agregar la ricotta previamente escurrida y trabajada con una cuchara para obtener una crema y tres cucharada de jugo de limón, mezclar bien con una cuchara de madera o una espátula.

Montar las claras a nieve firme y agregarlo delicadamente con movimientos envolventes a la preparación con la ricotta.
Enmantecar un molde pequeño, el mio tenía 20 cm de diámetro, lo ideal sería de 18 cm y desmoldable.

Esparcir de azúcar en el molde y después verter la masa con la ricotta. No golpear el molde sobre la mesada, para que no baje la preparación.
Cocinar en horno precalentado durante 30 minutos por lo menos. Dejar enfriar y desmoldar.

Despatarrarse sobre un sofá para recuperar el espacio perdido en la clase de Atrás…


Otras recetas de tortas con ricotta:


Bizcochuelo de ricotta
Budin de ricotta y naranja
Torta marmolada de ricotta y chocolate






TORTA PIGRA PER ATTERRARE DOLCEMENTE





Scena da un aereo. 
Tutti pronti. 
Dopo un’attesa noiosissima dove nemmeno il più convinto no global resiste a un attacco di shopping  compulsivo nel duty free dato che nel frattempo si é esaurita anche la piú ricca vita interiore e non  resta altra scelta che annichilirsi con acquisti selvaggi di profumi e cioccolato, inizia l’imbarco. 
Primi i bambini, benissimo. “Come ha detto il generale Peron, “gli unici privilegiati sono i bambini” e questa è la frase che l’architetto della mia vita, con tono zuzzurellone mi dice a ogni imbarco, e per cui riceviamo sempre uno sguardo perplesso dagli argentini in coda. 
Il problema è che in quesi tempi strani si sono riscoperte le gioie della genitorialità e ogni famiglia, ogni persona, ogni gruppo ha almeno un bambino con se. 
In un supremo atto di civiltà i passeggeri si sono organizzati: prima i bebé, e così via in base all’età. Più o meno. 
Ci siamo incastrati negli stretti sedili della classe turistica dove persino io con il mio metro e 58 cm di altezza sono stretta. 
Una coppia é accanto a me con un bambino piccolo, ovviamente. E c´é un unico posto. La mamma, paffuta, sembra nervosa, a un certo punti saluta il suo magro compagno, afferra il bambino e se ne va. Davanti. E davanti c´è la business class, la mitica business class ! 
Il padre resta solo,  Dietro, nella classe turistica. 

Decolliamo e inizia il lungo viaggio da nord a sud, dall’estate all’inverno. 
Compare di nuovo la mamma che dice al marito: Ciccio tieni tu il bimbo che si comporta malissimo e torna Davanti. 

Restano  il bambino e il marito che si addormentano abbracciati nella poltrona turistica. 
Ora di cena, arrivano i vassoi.
Non capisco cosa c’è nel piatto, i sapori sono di plastica, e mi ricordo il motto:  nel dubbio non lo mangiare. Sembra che il motto si sia diffuso a tutti. Nessuno mangia nulla. 
Sulla situazione delle altre esigenze fisiche, meglio non parlare di certe cose … 
La mamma è tornata da Davanti. L’abbraccio fraterno a cui costringe la scarsitá di spazio tra le poltrone mi impedisce di evitare di ascoltare la conversazione: Ciccio, è  fantastico, ci hanno dato champagne al decollo, abbiamo mangiato carré di maiale con salsa di prugne e ci hanno offerto un tempranillo del 2008. Oh, e le poltrone si trasformano in letto, sono molto confortevoli, ci hanno anche dato un necessaire con cosmetici di marca. 
Ciccio, silenzioso,  culla il bambino. 
Ho una domanda fare alle altre donne: dove abbiamo sbagliato? Abbiamo sbagliato? 

Arrivare dopo 13 ore di volo implica che  è necessaria addentare qualcosa di confortante, meglio se dolce, ma la voglia di cucinare è rimasto nel cielo Atlantico. Così ho cercato il più semplice dolce del mondo. La ricetta che ho trovata qui con piccolissime modifiche. E’ un dolce senza farina cosí non si diventa matti a cercare le farine senza glutine appena atterrati ed é di una semplicitá quasi imbarazzante.

Ingredienti: 
  • 3 uova 
  • 300 g di ricotta 
  • la scorza e il succo di 1 limone 
  • 80 g di zucchero e un po’ per lo stampo 
  • 1 pizzico di sale 
Preriscaldate il forno a 170 gradi 
Separare i tuorli dagli albumi. 
In una ciotola sbattete i tuorli con la scorza di limone e lo zucchero fino ache siano spumose e  chiare. 
Aggiungere la ricotta, precedentemente scolata e lavorata  con un cucchiaio per ottenere una crema, e tre cucchiai di succo di limone, mescolare bene con un cucchiaio di legno o una spatola. 
Montare gli albumi a neve ferma ed aggiungere delicatamente la preparazione con la ricotta con movimenti dall’altro verso il basso. 
Imburrae una teglia piccola,  la mio era di 20 cm di diametro, l’ideale sarebbe 18 cm e smontabile. 
Cospargere di zucchero lo stampo imburrato e poi versare l’impasto con la ricotta. Non scuotere lo stampo.
Cuocere in forno preriscaldato per 30 minuti . Raffreddare e sformare. 
Sdraiatevi su un divano per recuperare lo spazio perduto Dietro… 



Altre torte con ricotta:


Ciambella di ricotta
Cake di ricotta e arancia
Torta marmorizzata con ricotta e cioccolato

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