La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Nazim Hikmet – Alla vita
Mio padre e mia madre hanno piantato ulivi a quasi settanta anni, e anche mandorli, peri, ciliegi e quercie e fichi. Ognuno di noi ha un albero: mia figlia ha un ciliegio, mio nipote ha una quercia.Io ho scelto un mandorlo e spero che la vita pesi di piú sulla bilancia, cosí come ha pesato per loro che dopo tanto girare in lungo e largo per il mondo, hanno messo salde radici.
- 250 gr di mandorle
- 1 litro di acqua
- 1 kg di zucchero
- 2 cucchiai di fiori di arancio
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L’ingrediente: la mandorla
E’ un albero generoso e timido, dopo il dono di una meravigliosa fioritura bisogna arrivare al nocciolo per trovare un piccolo tesoro: la mandorla.
La mandorla dolce é l’ingrediente segreto di tante torte e dolci, é l’anima del marzapane e del torrone, festeggia matrimoni e nascite vestita di zucchero.
Con le mandorle si produce una farina deliziosamente senza glutine, crude sono uno snack croccante, salate possono dare il tocco in piú a primi e secondi.
In versione amara é deliziosamente pericolosa: contiene glucosidi cianogenetici ed é quindi piuttosto velenosetta, ma se finsice negli amaretti ci da una leccornia senza glutine e con la sua nota amara aromatizza dolci e liquori.
Se si é molto golosi si puó spalmare l’olio di mandorle sul corpo e si ha una pelle idratata e soave.
Il latte di mandorle é la bibita del mediterraneo, fresca, saporita, nutriente ed é puro nettare di questi semi generosi. E’ dissetante e tonificante.
Ci arriva direttamente dal medioevo, attraverso gli scambi con il mondo arabo e poi nel felice periodo della dominazione araba nella penisola iberica e in Sicilia.
“Ogni ricetta nasconde una storia”. Questo potrebbere essere in sintesi l’approccio di una delle piú brave food writer che conosca. Mica per nulla inaugura la collana “Il lettore goloso” diretta da Allan Bay,altro grande scrittore goloso.
Claudia Roden é nata al Cairo nel 1936 da una benestante famiglia ebrea, riceve una formazione cosmopolita, appartiene a un elite cosmopolita, raffinata e colta, che ha prosperato In Egitto a che era formata da un crogiulo di genti e religioni, e che ho avuto il piacere di conoscere tanti anni fa, quando con la mia famiglia abbiamo vissuto per un periodo in Alessandria.
Studia in Europa e ne 1956 con la crisi di Suez le impedisce di tornare in Egitto, data la tensione etnica e raziale del momento.
Ogni ricetta e ogni sezione del libro é preceduta da annotazioni storiche, etnografiche, anedotti e racconti che trasferiscono molto bene anche il contesto umano in cui si godono questi cibi e in particolare l’umore e l’ironia mediorientale.
Nell’interessantissima introduzione la Roden descrive anche gli ingredienti meno comuni e le mescolanza di spezie e i condimenti che non sono diffusi nei nostri paraggi.
Claudia Roden é autrice anche di una monumentale opera sulla cucina ebrea che seguendo la diaspora in tutto il mondo raccoglie le ricette delle varie comunitá israeltiche:
The book of jewish food. Di quel libro c´é da parlare tanto e da quel libro abbiamo preso questo Pudding di mele
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